Il territorio sulcitano, conosciuto fin dall' antichità per la sua fertilità e per le ricchezze minerarie, attirò l'attenzione di numerose popolazioni mediterranee che nel corso dei secoli lo colonizzarono: i Fenici, i Cartaginesi ed i Romani, e in tempi più recenti gli Aragonesi. Nell'alto Medioevo e nei secoli XV e XVI, il Sulcis conobbe un periodo di forte calo demografico con una progressiva concentrazione della popolazione in pochi paesi dell'interno ed un massiccio esodo dalle coste dovuto sia a cause storiche (invasioni esterne, incursioni barbaresche, ecc.) che a cause naturali (abbandono delle colture cerealicole, malaria, ecc.).
La rioccupazione degli spazi e quindi l'inversione demografica cominciò alla fine del XVI secolo quando pastori provenienti dal centro della Sardegna condussero le loro greggi a svernare sulle tiepide colline del Sulcis, costruendo delle capanne stagionali, per risolvere le temporanee necessità legate alla transumanza.